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IL GIOCO DEL TRONO - PARTE 4
di FABIO VOLINO
Editor: CARLO MONNI
Assistant Editor: GIUSEPPE FELICI

 

Hel, uno dei Nove Mondi della mitologia nordica

Hela fronteggia Hulk, non mostrando alcuna paura nei suoi confronti (e come potrebbe essere diversamente?)

"Le tue minacce non hanno alcun effetto, abominio" dice "Non sono un supercriminale, qui sei a un livello più alto, a un livello divino".

Hulk si concede un raro, ma appena accennato, sorriso. "In questi ultimi anni ho avuto anche la mia dose di battaglie divine e come vedi sono ancora qui".

"Penso tu non ti renda conto davvero di chi stai affrontando. Io sono una incarnazione dell'inferno, una protuberanza della morte. Pensi che le anime urlanti che vedi qui intorno le abbia conquistate con la gentilezza e il candore? Io sono il sacro terrore capace di ghiacciare anche il cuore di un guerriero asgardiano".

"Vediamo se sei capace di farlo anche con un guerriero di giada".

Hulk si lancia in avanti, e i pochi Elfi Neri rimasti formano una barriera davanti a Hela. Lui, incurante, li travolge riducendoli in cenere. Carica il pugno contro la dea dell'oltretomba, ma improvvisamente lei piazza uno svenuto Rick Jones davanti al pelleverde, che fatica non poco a trattenere il suo colpo prima che vada a segno provocando la fine del suo amico.

"Ecco, vedi? Questo è il motivo per cui non puoi vincere" afferma Hela "Non sei pronto a fare quello che è necessario, non sai accettare compromessi".

Hela distende la mano e Hulk viene sollevato a mezz'aria, incapace di dibattersi o lottare.

"Ho di fronte a me una creatura eccezionale, lo ammetto. Uno che è parte di un tutto, tutto che è parte di un uno dissociato. Diverse personalità, ognuna con la sua rappresentazione fisica, di cui l'epicentro è un... piccolo umano".

Lo scienziato Bruce Banner ricompare sulla scena, ma stavolta qualcos'altro succede. Le varie incarnazioni di Hulk, Spacca, Fixit, Professore, Rosso... è come se gli venissero strappate dalla pelle e diventano delle forme eteree in questo panorama infernale. Ma non finisce qui: Hela, sforzando al massimo le proprie capacità, stringe queste forme eteree tra le sue mani e le schiaccia, cancellandole dall'esistenza. Alla fine la reggente dell'oltretomba appare provata da questo sforzo, ma nondimeno soddisfatta.

"Il mio unico rammarico" dice "E' non aver agito prima in questo modo, adesso il mio piano di conquista sarebbe stato coronato dal successo. Un peccato di... superbia, come lo definireste voi umani. Ma non importa, non importa, è solo un piccolo rinvio: riprenderò le forze, sfrutterò il potere di mia figlia e scalzerò Mefisto."

[i]Helasdatter le si avvicina. "Madre, il debole umano è ancora qui. Cacciamolo via, non sopporto più la sua vista e non voglio che le nostre mani rimangano insozzate dal suo sangue".

Bruce però praticamente non le ascolta, sta provando una sensazione nuova: la sua mente è come se fosse... stata sollevata da un peso, si sente libero. Libero per la prima volta in vita sua. Come neanche da bambino era.

Hela si rialza. "Hai ragione, figlia mia, quest'uomo insignificante non è più degno della mia attenzione".

"Aspetta, Hela!" grida Bruce all'improvviso "Lascia che prenda Rick Jones, a voi non serve più a niente! Riportaci nel nostro mondo e non ti perseguiteremo più".

La dea asgardiana degli inferi si concede una rarissima risata. "Tu detti condizioni a me? Tu che prima hai seminato il caos nel mio regno? La tua non è persecuzione, la tua è solo noia".

Di nuovo Bruce viene sollevato in aria, poi parte come se fosse un proiettile e scompare alla vista. Hela è soddisfatta, mentre il volto di Helasdatter è indecifrabile.

 

 

New Mexico.

 

Igor Drenkov osserva il luogo dove molti anni fa i sentieri di due uomini presero strade tormentate: il primo fu Bruce Banner, il secondo lui. Si viveva un clima politico diverso allora: seppur ufficialmente in pace, le due superpotenze cercavano ancora di predominare sull'altra, con metodi segreti. Drenkov era una abile spia e per lui non fu troppo difficile infiltrarsi in una pur sorvegliata base militare statunitense: fece anche in modo che al momento dell'esplosione della bomba gamma la sorveglianza attorno all'area fosse ridotta, di modo da facilitare la sua fuga.

Ma non aveva previsto il ragazzo, che sfruttando proprio questa mancanza di sicurezza, si intrufolò nella base. Bruce, quell'ipocrita arrogante, andò al suo salvataggio e in quel momento Drenkov venne preso dal panico: doveva recuperare i documenti e i dischetti che aveva trafugato, ma quell'imprevisto sconvolse i suoi piani. E fece la mossa peggiore: fece detonare la bomba.

La sicurezza nella base quadruplicò nel giro di un'ora, recuperare il materiale trafugato fu impossibile. Drenkov visse in clandestinità per mesi e rientrò in patria su una nave da cargo, viaggiando nella stiva. Qui, come prevedibile, nessuno volle aiutarlo poiché farlo avrebbe implicato la destabilizzazione di una situazione politica già di per sé traballante. Inoltre il suo "sponsor" era morto in una esplosione, indirettamente causata da Hulk: Drenkov era stato la causa scatenante della sua stessa distruzione. Questo lo portò a precipitare in uno stato di follia, durante il quale ebbe anche una fugace riunione con la creatura dalla pelle verde.

Poi, improvvisamente, alcuni mesi prima Drenkov si risvegliò in una struttura militare. O almeno questo sembrava a prima vista (e di strutture militari Drenkov ne aveva viste molte in vita sua).

"Ben tornato, signor Drenkov." disse una voce proveniente dalle pareti, o da un altoparlante molto ben nascosto.

Di nuovo lucido dopo così tanto tempo, l'uomo non si fece cogliere dal panico e ribatté:"Immagino di dover essere in debito con... chiunque lei sia. Si tratta di una questione politica?"

"Non politica, ma personale. Io sono un uomo senza patria e non mi interesso di cose banali come le guerre sotterranee tra nazioni. Tuttavia ho una, lo ammetto, alta dose di rancore nei confronti di una persona a lei nota: Bruce Banner."

"Banner? E' ancora vivo?".

"Banner è ancora vivo grazie a lei, dr. Drenkov, e a quella sua sciagurata decisione di alcuni anni fa. Quindi se fossi una persona il cui rancore annulla le capacità di ragionare, avrei motivo di provare odio anche per lei. E, mi creda, io sono una persona molto pericolosa. Però io voglio offrirle una possibilità, una possibilità di rimediare a quell'errore."

"In che modo?".

"Ridandole ciò che ha perduto quel giorno".

Ora, nel presente, Igor Drenkov ritorna sul luogo del peccato originale: la base è stata dismessa da tempo e le ultime guardie si sono allontanate una settimana fa. Tecnicamente è ancora una proprietà federale, ma è un qualcosa che tutti vogliono dimenticare. Tutti... tranne due persone.

 

Inferno (o almeno, così si dice).

 

A Bruce Banner sembra di precipitare in un vuoto infinito, un pozzo senza fondo. Perde i sensi molto prima di chiedersi se non stia vivendo un incubo, un incubo che ha avuto origine da quella giornata fatale in New Mexico. Un po' come quelle teorie assurde che vogliono spiegare le incongruenze dei film: non essendo la cosa possibile, allora vuol dire che il protagonista ha sognato tutto o è in coma. Ecco, magari adesso una cosa simile sarebbe preferibile.

Dopo un tempo indefinito, Bruce riprende i sensi... e scopre di essere arrivato in un luogo se possibile ancora peggiore. Le anime urlanti sono centuplicate e il suono delle loro grida e dei loro tormenti trapana il suo cervello, pochi secondi e precipiterà nella follia, anche perché il paesaggio attorno a lui pieno di creature oscene, geometrie impossibili e composizioni di carne che non hanno nulla di umano non aiutano a rimanere sani di mente.

Poi, improvvisamente, le urla cessano e Bruce ritrova la pace... almeno per qualche secondo. Fino a quando si accorge chi è il responsabile di quelle urla, chi è il signore di questo regno infernale. Non sa se sia stato uno scherzo del destino, una perfida vendetta di Hela o un piano di colui che è a pochi metri da lui seduto su un trono di ossa. Mefisto.

"Benvenuto nel mio umile regno." dice con tono irrisorio il re degli inferi "Finalmente possiamo conoscerci meglio, quelle grandi crisi cosmiche non aiutano.".

Bruce si guarda intorno: gli sembra una cosa davvero disperata per lui dover fare un patto col diavolo, ma non vede altre alternative al momento. Il problema è che il diavolo vuole sempre qualcosa in cambio. Rimane tuttavia in silenzio.

"Sei rimasto incantato dal paesaggio?" continua Mefisto "Ti capisco, anche io a volte mi perdo ore e ore nell'osservare i più atroci metodi di tortura. Mi sembra che tu abbia fatto grande caos qui vicino."

Ovviamente sa del piano di Hela, come potrebbe essere diversamente? Ma sa cosa è accaduto poco fa?

"Sai che vuole... rubarti il posto, vero?" gli chiede.

"Molti ci hanno provato, tutti hanno fallito".

"Lei però ha un'arma potente di fianco a sé: una... figlia.".

"Non so chi sia, non me ne preoccupo.".

Ora arriva il tempo di bluffare.

"Dovresti, invece, perché è per colpa sua se sono stato sconfitto e spedito qui. Si è concessa il lusso di invadere il tuo territorio senza che tu potessi farci niente. Gli umani si arrabbiano quando uno straniero entra in casa loro, alcuni addirittura prendono una pistola e sparano... non oso immaginare la reazione di un re dell'inferno."

"Tu sai quali corde suonare, Bruce Banner" ribatte Mefisto "Però io continuo a non essere preoccupato."

"Non sei obbligato a farlo, però scommetto che questo inferno è pieno di gente che non si preoccupava... che era certa che le cose sarebbero andate come voleva... e invece..."

"Ho capito che ti vuoi liberare di me, che vuoi fuggire. Ma io non sono così sciocco e poi lo sai, devo seguire un copione: tu cosa mi offri in cambio? L'anima no, è così sopravvalutata."

Ora arriva il bluff supremo. Se ne accorgerà?

"Ti offro la mia forza."

"La tua forza."

"Devo davvero spiegarti chi sono? Non mi sembri tipo capace di sporcarsi troppo le mani. Con me gli eserciti dei tuoi nemici verrebbero sbaragliati."

"La tua forza. E in cambio?"

"Un'arma in grado di uccidere Hela e sua figlia.".

"Ma non hai la tua forza?"

"Come ti ho detto, la mia forza può sconfiggere gli eserciti nemici, ma di fronte a voi signori degli inferi... ammetto di essere inferiore."

"Vorresti dunque un potere pari al mio?".

"Solo un potere necessario a sconfiggere Hela... e solo per il tempo necessario a sconfiggerla."

Mefisto si alza dal suo trono.

 

 

Houston, Texas.

 

La scena sembra quasi irreale e avviene in una zona desolata della città. C'è un uomo inginocchiato a terra, lo sguardo pieno di paura. Vicino a lui ci sono tre persone prive di sensi, una di loro ha ancora indosso un passamontagna. Giunge una pattuglia della polizia.

"Signore, si sente bene?" chiede un agente "Questi tizi hanno provato a rapinarla, vero? Come ha fatto a metterli ko?"

L'uomo non è esattamente un culturista, anzi, è proprio il classico topo da biblioteca.

"Non... Non sono stato io" dice infine. L'agente rimane in silenzio, poi chiama un'ambulanza poiché l'uomo è in un chiaro stato di shock e non sembra a causa della tentata rapina.

Quando l'ambulanza arriva e viene caricato sulla barella, l'uomo trova la forza di parlare ancora. "Era un mostro... era verde, aveva ali da arpia, era orribile. E, mio dio, il suo volto era umano, quello di una donna!"

 

 

Inferno (suppergiù).

 

Mefisto si avvicina a Bruce Banner. L'uomo pensa che il suo bluff sia stato scoperto: un'entità potente come il tiranno degli inferi potrà di certo avvertire la totale mancanza della presenza di Hulk, la sua vita è finita.

E invece... Mefisto prende una sua mano e disegna sopra di esso una stella a otto punte attorniata da un cerchio. "Un potere proveniente da un altro Universo, giunto per vie traverse nel nostro e che ho... preso in prestito dal suo ultimo possessore."

Bruce si sente pervaso da una potente aura di energia, il marchio con le stelle brilla nella sua mano. Lo scienziato non può fare a meno di chiedersi come mai Mefisto non usi un potere tanto temibile, poi intuisce che deve esserci qualche blocco che gli impedisce di farlo. Il destino opera in modi misteriosi.

"Hai un'ora, ti consiglio di utilizzarla al meglio." conclude Mefisto tornando a sedersi sul suo trono "E poi..."

"Sì, rispetterò la mia parte del patto." conclude Bruce.

 

 

Istituto di cura Ravencroft.

 

La dr.ssa Ashley Kafka entra nella stanza del paziente che più ha preso sotto la sua ala protettiva negli ultimi mesi.

"Charlie, ciao Charlie.". Lui rimane in silenzio, dopo tanta fatica nell'abbattere il suo muro di silenzio non può arrendersi così. "Charlie Colon.".

"No, è Colòn." replica lui con un sorriso "I miei nonni sono immigrati da Cuba."

Ashley è felice di vedere quel sorriso, quanto ha lavorato perché questo avvenisse, tante notti insonni che ora vengono ripagate.

"Ho una buona notizia per te. Ti hanno concesso una seduta per un rilascio temporaneo, ci sarà la prossima settimana."

"Questa è la notizia che aspettavo di ricevere da... da anni.".

"Devi solo parlare dei tuoi progressi, basterà quello. Io sarò al tuo fianco. E tra sette giorni sarai un uomo libero."

"Libero. Sì, finalmente libero."

 Il sorriso non scompare mai, rimane anche quando Ashley esce dalla stanza, mentre Charlie pensa a dieci diversi modi di torturarla.

 

 

Inferno (non si sa se con la I maiuscola).

 

Il potere che pulsa nella mano sinistra di Bruce è inebriante, si ritrova a volare per la prima volta in vita sua (volare, non compiere lunghi balzi) ed è come se il sogno di un bambino venisse realizzato. Poi però la logica prevale, questo potere non durerà in eterno. Bruce si concentra, non riuscirà mai a comprendere pienamente la portata di questo marchio stellare, ma non è necessario per i suoi scopi attuali. Lo scienziato si concentra e una strada illuminata compare davanti a lui: la percorre alla massima velocità possibile, incurante delle anime urlanti attorno a lui, è come se non esistessero.

Ritorna infine nel regno di Hela e stavolta non perde tempo: basta sotterfugi, basta mezze misure. Quando la regina dell'aldilà norreno lo vede, capisce immediatamente di essere nei guai. Bruce lancia una raffica dorata, Hela si sposta appena in tempo e così solo il suo trono viene distrutto. Mentre Hela è a terra e sua figlia si occupa di lei, Bruce va al salvataggio di Rick Jones. Gli ultimi Elfi Neri rimasti al servizio di Hela provano a bloccarlo, ma come risultato vengono ridotti in cenere.

Bruce prende Rick tra le sue braccia: il suo volto è irriconoscibile, sangue inzuppa il suo petto, respira a fatica. E' un miracolo che sia ancora vivo. Bruce si fa prendere dalla rabbia, una rabbia come raramente ha sperimentato in vita sua, ma Hulk non compare. Il potere del marchio stellare fuoriesce da lui e distrugge tutto ciò che è a portata di mano: palazzi, gioielli e tutto ciò che per Hela ha un qualche valore viene cancellato dall'esistenza. Del suo regno infine rimane solo un mucchio di polvere. Poi di nuovo la logica ha il sopravvento: se questo potere è così forte, si domanda Bruce, può avere anche facoltà curative?

Si concentra nuovamente e l'aura dorata stavolta avvolge Rick come se fosse un lenzuolo. Le ferite interne ed esterne si rimarginano, il sangue scompare, il respiro torna normale. Il ragazzo ritorna alla vita con un piccolo grido.

"Bruce, cosa...?".

"Andiamo!".

Bruce Banner si rialza in volo insieme al suo amico, ma subito si ritrova bloccato da una invisibile barriera: per fortuna non volava troppo veloce e né lui né Rick ricevono danni dall'impatto. Bruce prova ad usare il marchio stellare contro la barriera, ma invano: o l'ha sforzato troppo col suo scatto di rabbia di poco fa o si sta per esaurire l'ora promessa da Mefisto.

Hela lancia raffiche magiche, ma la velocità che lo scienziato ancora possiede gli permette di evitarle.

"Maledetto!" grida Hela "Che tu sia eternamente maledetto, abominio! La morte non sarà nulla rispetto a quello che ti farò io!".

"Non hai più nulla, Hela" ribatte Bruce "Dovevi pensarci bene prima di metterti contro di me e i miei amici".

Hela lancia altre raffiche magiche. Helasdatter la affianca.

"Madre, voglio darti una mano."

"Distruggiamo insieme quei due esseri insignificanti, figlia...".

Helasdatter prende una mano di Hela, che inizia a gridare per il dolore del marchio della morte, che su di lei avrà pure effetti non letali ma di certo nemmeno piacevoli.

"Ho detto che voglio darti una mano... sulla tua faccia".

Helasdatter ricopre il volto di Hela con le sue mani. Il grido della regina dell'aldilà aumenta di intensità diventando qualcosa di profondamente inumano. Quando Helasdatter ritrae il suo tocco di morte una tremenda chiazza rosso sangue ricopre il volto di Hela, i suoi occhi accecati.

Bruce vuole farla finita. Mette Rick a terra e ritorna alla carica: una nuova raffica dorata parte dalla sua mano e colpisce Hela. Lei compie un volo in alto e cade, vicino a un precipizio creato dallo scatto di rabbia di Bruce di poco fa. Un precipizio che si affaccia sull'abisso.

Bruce prende Hela, la solleva in aria: in un istante rivive tutto ciò che ha perso per causa sua. Una pur precaria stabilità tra le varie incarnazioni di Hulk era stata raggiunta, ma lei ha distrutto tutto, eppure così facendo gli ha anche donato la libertà. La libertà dalla sua maledizione. Se non avesse fatto del male a Rick Jones, se non si fosse presa gioco della memoria della povera Marlo, forse ora Bruce l'avrebbe perdonata. Ma non la perdona e la getta nell'abisso infinito, con un urlo da parte di Hela che invece a un certo punto finisce.

Bruce sente le sue forze venire meno, l'ora promessa da Mefisto deve essere passata. Torna al fianco di Rick, mentre Helasdatter si guarda intorno, osserva la desolazione che la circonda. "In pochi secondi hai distrutto il lavoro di una vita" dice a Bruce.

"Hai fatto sparire ciò che mia madre aveva conquistato e hai liberato le anime qui imprigionate. Non c'è più nulla, c'è rimasta solo una cosa."

Ironicamente, il trono di Hela è l'ultima vestigia di questo passato. Helasdatter vi si siede:

"Questo è un nuovo inizio. Mia madre è stata detronizzata, bisogna ricostruire tutto da capo. Io sono la sua progenie, la sua diretta discendente, ho pieno titolo a ricoprire il suo precedente ruolo. Quanto a voi due...".

Bruce la interrompe:

"Avevi in mente di farlo fin dall'inizio, vero? Quando hai liberato Thor dalla possessione di Hela, non è stato un tuo sbaglio maldestro. E poi quando hai chiesto a Hela di non uccidermi, non è stato per pietà. Avevi previsto che sarei tornato."

"Sì, ma non ritengo di dover dare giustificazioni a te o chiunque altro. C'era un trono in gioco, questo trono, e quando c'è il gioco del trono non puoi dimostrarti caritatevole. Al gioco del trono o si vince o si muore. Vi lascerò ora tornare nel vostro mondo, non perché io sia grata nei tuoi confronti, abominio, ma solo perché così facendo ripago il debito che ho verso di te."

"Quale debito?".

"Avermi reso ciò che ho sempre voluto essere".

Bruce non ha tempo di replicare in quanto un istante dopo lui e Rick si ritrovano proiettati in un altro luogo, c'è deserto tutt'intorno, allo scienziato ricorda le distese del New Mexico. Rick rimane a terra in ginocchio con la testa china, infine consapevole di aver perso sua moglie. Ma non è ancora finita.

"Ora è giunto il tempo di rispettare gli accordi." afferma Mefisto comparendo dal nulla.

 

 

Dominio di Thanos.

 

"Sembra che questa vicenda abbia preso una piega inaspettata, Loki" dice il Titano "Tua figlia è stata detronizzata, non riesco più a rintracciarla. Posso dirti per esperienza personale che un dio può morire e questo è ciò che è capitato ad Hela. Come padre dovresti provare qualcosa."

"Perché mai? Le emozioni negative hanno sempre offuscato il mio giudizio in passato e le ho messe da parte. Dopotutto sono un dio."

"Il concetto di divinità è molto più complicato di quanto tu non possa immaginare. Credimi, io lo so".

"Tu vedi la divinità forse come una espressione di potere assoluto, io come una incarnazione di conoscenza assoluta. Starei giorni a discutere con te di questo argomento, ma ora devo partire: una nuova cerca mi attende."

"Le tue perdute Pietre?"

"Qualcosa di decisamente più intrigante."

 

New Mexico, a un chilometro da dove nacque Hulk.

 

"Bruce, cosa vuol dire questo?" chiede Rick Jones.

"Tranquillo, Rick, va tutto bene."

"Sono decisamente colpito dal tuo ottimismo" ribatte Mefisto "Considerato che dovrai rinunciare a ciò che hai di più caro, la tua libertà."

"Bruce, cosa hai fatto?" interviene di nuovo Rick "Non dovevi sacrificarti per me."

Lo scienziato pare non ascoltarlo.

"Il patto era chiaro: ho promesso che ti avrei offerto la mia forza. Bene, eccomi qui".

"Non mi piacciono questi giochetti, sai bene di quale forza stessimo parlando."

"Tu l'hai chiesto? No. Sono stato molto chiaro, ho detto 'la mia forza'. E siccome Hela aveva distrutto le varie personalità di Hulk, c'ero solo io, quindi è della mia forza che ti dovrai accontentare."

"Non osare prenderti gioco di me!" il tono di voce di Mefisto si alza sensibilmente "Hai detto espressamente che la tua forza poteva sbaragliare gli eserciti nemici."

"E lo confermo." dice Bruce indicando la sua mente "Sai quanto può essere potente quest'arma? Può essere letale, ha annientato molti più eserciti questa che la più potente arma l'uomo abbia mai creato. Non ti ho mentito e sono pronto a rispettare la mia parte del patto."

Mefisto scompare e riappare davanti a Bruce, mentre piccole fiamme ruotano intorno alla sua testa. "Pensi di essere divertente, piccolo uomo? Pensi di aver ottenuto una vittoria oggi? Non temere, un giorno verrò a reclamare la mia parte del patto, verrò a chiedere la tua vera forza. E sappi che quello sarà il giorno che più rimpiangerai nella tua vita"

E così, come se nulla fosse, scompare.

Bruce appare stranamente sollevato e, dopo qualche secondo di meditazione, inizia a camminare. Rick lo segue.

"Non dovevi tornare per me.” gli dice “Hai visto cosa ne hai ricavato? La mia vita non valeva un simile peso."

"Rick, c'è stata una costante in tutti questi anni che ci siamo lasciati alle spalle" risponde Bruce non fermandosi "E questa costante è la nostra amicizia, che ha sempre sconfitto ogni incarnazione di Hulk. E adesso che Hulk non c'è più, se avessi perso l'unico altro punto fermo della mia vita, sarei precipitato in una spirale di follia. Che, mi rendo conto, sembra molto egoistico detta in questo modo, ma ti assicuro che anche grazie a te ora ho un nuovo percorso da intraprendere."

"Un nuovo percorso?".

"E' comparso nella mia mente: così, all'improvviso, come se stesse germogliando da tempo. Un'idea incredibile."

Bruce cammina. E cammina. E cammina. Fino ad arrivare alla sua meta. "Ma è la vecchia base Hulkbuster" dice Rick.

"Esatto, dove tutto ha avuto inizio. E ora un nuovo inizio avrà luogo. La base è stata abbandonata e dismessa dal governo, che l'ha messa in vendita. Nessuno la vuole, troppi fantasmi e tragedie aleggiano su questo posto. Ma ora avranno un compratore."

Rick intuisce.

"Tu? Ma... non capisco, cosa ci vorresti fare? Non c'è nulla qui intorno per miglia. E dove li troveresti i soldi?"

"Ho i proventi di due miei brevetti, sono milioni di dollari: più che sufficienti per avere garanzie bancarie in ogni paese del mondo. Quando Hulk è nato, qui intorno c'erano anche case, negozi... vita: ora c'è solo il deserto. Costruirò una azienda, svilupperò altri brevetti e la gente tornerà: farò rifiorire l'economia di questa piccola parte di mondo. Ho già tre persone fidate pronte a lavorare per me e poi ci sei tu: sei bravo a trattare con le persone, mi piacerebbe che tu fossi mio socio in questa impresa. Cinquanta e cinquanta."

"Ma io non ho ancora capito... il perché."

"Non comprendi, amico mio? Per tutta la vita Hulk ha spaccato, ora finalmente è giunto il momento di ricostruire".

 

 

EPILOGO 1.

 

 

Igor Drenkov osserva compiaciuto la scena da lontano. "Ecco i miei due obiettivi, uno vicino all'altro. Sarebbe così facile attaccare ora, ma non sono ancora pronto. Arriverà il momento... presto."

 

 

EPILOGO 2.

 

 

Samuel Sterns è circondato da decine di schermi televisivi, ognuno sintonizzato su un diverso canale, ognuno che parla una lingua diversa. Da ognuno di quegli schermi fuoriesce un cavo che va ad unirsi agli altri per formare un solo collegamento. Un collegamento che porta direttamente al cervello di Sterns.

 

 

EPILOGO 3.

 

"Presto, venite, qui abbiamo un ferito! Sembra grave!".

Il paziente John Doe sarà poi riconosciuto come Thaddeus Ross, ex generale dell'aviazione statunitense.

 

EPILOGO 4.

 

 

Una settimana dopo.

 

Rick Jones sta completando il trasloco nella sua nuova casa in New Mexico, quando (come spesso accade a chi ha vissuto di recente una tragedia) il ricordo di Marlo lo assale. In un impeto di tristezza, si porta una mano sulla fronte mentre l'altra la distende. Da quest'ultima all'improvviso fuoriesce un raggio dorato che perfora un divano e crea un buco nero nel muro.

Rick si osserva la mano: c'è impressa una stella a otto punte che brilla a intermittenza.

"Questo forse sarà meglio non dirlo all'assicurazione".

 

EPILOGO 5.

 

 

In qualità di nuova reggente di Hel, Helasdatter accoglie il suo primo visitatore, Mefisto.

"Un ambiente decisamente spoglio." commenta costui.

"Ricostruirò tutto, col tempo. E di tempo ne ho in abbondanza." ribatte lei.

"Quello che conta è che tu non venga meno al tuo patto."

E come potrebbe fare diversamente? Helasdatter ricorda molto bene quando, poco prima di rivelare la sua vera natura di figlia di Hela, Mefisto si mise in contatto con lei, nemmeno Hela si era accorta della sua presenza.

Mefisto era ben a conoscenza del piano di espansione di Hela e così strinse un accordo con Helasdatter: contribuire alla detronizzazione di sua madre. Lei ne avrebbe ricevuto in cambio un trono, lui un nemico in meno e qualche territorio in più. Fu Mefisto a suggerirle tutto: come liberare Thor, come proiettare Banner nel suo regno, quando intervenire...

"Rispetterò il nostro accordo." Afferma lei.

"Povero Bruce Banner, pensava di aver ingannato il diavolo. Pensava davvero che non sapessi cosa gli fosse successo, che il suo sentiero non fosse già stato deciso da altri. E ora ho una nuova alleata e un altro patto da far rispettare nel futuro. Chi crede che Mefisto possa perdere è uno sciocco, poiché io non perdo mai. Mai. Mai".

 

 

FINE?

 

 

NOTE A MARGINE

 

 

Termina qui la breve ma comunque interessante gestione di Hulk di Fabio Volino che ,lascia aperti più interrogativi di quanti sono quelli a cui ha dato risposta.

1)      Bruce Banner è davvero libero da Hulk? Non vi mentiremo: avete già visto questo scenario altre cento volte e quindi sapete già che Hulk tornerà, ma quando e come potrebbe comunque essere una sorpresa.

2)      Hela è davvero scomparsa per sempre? Suvvia, non credete nemmeno a questo. Anche Loki è convinto che sua figlia tornerà e magari nel frattempo non si farà mancare una visitina alla nipotina autoproclamata regina di Hel.

3)      Marlo Chandler è davvero morta e sostituita da Helasdatter? Onestamente non lo sappiamo ma voi sapete che in un universo narrativo come quello Marvel, nulla è mai veramente scontato.

4)      Rick Jones ha lo Starbrand ma è un caso o Mefisto ha in mente un piano più sinistro anche per lui?

5)      Chi è il misterioso benefattore di Igor Drenkov e quali sono i suoi obiettivi? Potrebbe essere il Capo o Sam Sterns ha altro in mente? Temo che per saperlo dovremo… ehm… seguire il Capo.

Per la risposta a tutte queste domande seguite Hulk perché, anche se non sappiamo ancora quando, Hulk tornerà, potete scommetterci.

 

 

Carlo (anche a nome di Fabio Volino)



[i] Ci piace quando qualcuno spiega le cose al posto nostro, ci risparmia la fatica. -_^